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Molto si è già scritto sulla straordinaria mobilità dialogica dell'opera woolfiana tra lettura e scrittura. Qui si prova a declinare il palinsesto intertestuale di "Between the acts" come allestimento stratigrafico di una 'progressione regressiva' della modernità, che sollecita chi legge a scavare nella materia spuria della scena quotidiana. E a partire dal saggio-memoir di Woolf sulla lettura, "Reading", si rintraccia un'insolita matrice umoristica per la composizione scenica dell'ultimo romanzo che va dai tesori segreti di Thomas Browne alle digressioni interstiziali di Laurence Sterne fino agli echi inquieti del buffo ritratto ornitologico di Gilbert White.